Spesso i termini “alchimia”, “magia”, “poteri”, vengono utilizzati come sinonimi nel grande quadro delle scienze esoteriche. Risulta necessario sottolineare le differenze semantiche dei termini, in quanto alcune sono sostanziali.
Alchimia: che cos’è
Il termine “alchimia” è oggi giorno adoperato con una certa frequenza, ma quasi mai con il significato che aveva in origine. Oggi infatti la parola viene adoperata in molteplici contesti a scopo simbolico. Espressioni come “Tra quei due c’è una certa alchimia”, per intendere il feeling fra due innamorati, sono sicuramente comuni. In realtà, in tempi più remoti, il termine si riferiva a qualcosa di completamente diverso: l’alchimia era una branca di conoscenze pratiche che comprendeva la metallurgia, le scienze farmaceutiche, filosofiche, esoteriche che erano nate nel mondo ellenistico e che si erano sviluppate durante tutto il periodo del Medioevo.
Ma esattamente cosa riguardava l’alchimia? L’esperto di tale scienza era colui, così si credeva, che sapeva tramutare i metalli in oro e compiere riti usando la natura. Le credenze popolari riguardanti tale complesso di pratiche si affievolirono Durante la fine del Rinascimento, soprattutto nel Seicento, secolo di grandi innovazioni scientifiche.
È stato accennato al mondo ellenico e lo si è collegato alla nascita dell’alchimia: questo è corretto, anche se altri erroneamente credono che l’alchimia sia nata dal mondo arabo. In realtà, dalla cultura ellenistica si è diffusa al mondo arabo, e poi da quest’ultimo al mondo europeo.
Una volta diffusasi nel mondo, con il passare del tempo l’alchimia divenne la scienza dei minerali e successivamente quella farmaceutica. Ciò significa che tale disciplina si andò via via trasformando sempre di più in “iatrochimica” cioè la scienza che cerca di isolare alcuni elementi contenuti all’interno di erbe.
Paracelso fu un grande studioso di questa materia: fu proprio quest’uomo a connetterla alla natura e allo studio del rapporto tra l’uomo e gli elementi naturali. I suoi studi però non bastarono per restituire lustro all’alchimia come scienza, che nel corso dell’Ottocento venne definitivamente dalla chimica.
La pietra filosofale
Eppure ancora qualcuno ancora crede profondamente nell’alchimia e la collega alla pietra filosofale. Si è fatto accenno alla trasmutabilità dei metalli, e a questo va aggiunto che fulcro delle scienze alchemiche era l’idea di una materia prima comune a tutti gli elementi metallici esistenti. Tale materia fu chiamata con differenti nomi: “pietra filosofale”, “acqua divina”, “argento vivo”.
Ma perché allora l’alchimia è comunemente confusa con la magia? è innegabile che le due discipline siano parzialmente assimilabili l’una all’altra, in quanto molti alchimisti ritenevano anche di poter dotare i metalli di particolari proprietà magiche sfruttando i fenomeni di occultismo basati soprattutto sul rapporto tra cielo e terra, forze di attrazione e repulsione.
Proprio tali forze opposte, convinsero gli studiosi alchemici che le pietre e i metalli fossero ermafroditi e che la loro trasformazione fosse collegata al rapporto maschio-femmina. Insomma, quando si parla di alchimia, si intende un complesso di scienze che abbracciano anche la metafisica, la religione, l’astrologia, la sessuologia, filosofia, occultismo. E la magia? iL discorso si complica ulteriormente
Magia e poteri: che cosa sono?
“Magia” è un termine molto comune: anche i profani o chi è totalmente disinteressato all’argomento, sa che la il termine viene associato a rituali che mediante formule o strumenti magici mirano a modificare in qualche modo la realtà oppure il comportamento di qualcuno, allo scopo difar accadere qualche evento.
La magia è dunque una pratica che sfruttando diversi componenti (verbali, materiali, fisici) è in grado di influenzare e cambiare eventi o persone a seconda della volontà del mago. E’ evidente la differenza fondamentale con l’alchimia: quest’ultima era un complesso di scienze, mentre la magia no. “Maghi”, nell’antica Grecia, erano dei sacerdoti di origine persiana chiamati “Zoroastriani”, cioè seguaci di Zoroastro. Dalla lingua greca, il termine è stato riciclato per indicare anche nelle epoche successive, le figure di saggi e sapienti, insomma persone dotate di un certo “potere”.
Si crede infatti, che per effettuare tali azioni occulte, serva un certo “potere”, identificato come “capacità paranormale”. La magia non richiede la maniacale conoscenza delle pietre o dei metalli, né di fenomeni collegati alla chimica o alla filosofia. Piuttosto essa si serve di pietre, talismani, oggetti per creare pozioni o incantesimi, oppure immagini. Un’altra forma di magia è la divinazione, cioè predire eventi tramite chiromanzia, tarocchi e pratiche affini. Sebbene i termini “magia” e “alchimia” risultino indicare concetti differenti, non va escluso che alcuni incantesimi o rituali magici possano rientrare nella sfera dell’alchimia o viceversa! Le due sfere vanno quindi distinte, ma con la consapevolezza che possono essere utilizzate in un connubio perfetto per alcuni riti magici.