Port Arthur, nella lontana Tasmania, è una cittadina con un mare pescoso e meta prediletta dai surfisti del continente oceanico.
Tuttavia, se questa piccola località a un centinaio di km dalla capitale Hobart è oggi celebre in gran parte del mondo, non è per le sue spiagge (non soltanto, almeno) ma per la storia ed i suoi fantasmi: di fantasmi, reali o psicologici, Port Arthur sembra averne davvero tanti
Port Arthur, fantasmi incubi e vendette
Il passato di Port Arthur non potrà mai essere cancellato. Ogni giorno, da oltre un secolo, abitanti e turisti sono testimoni degli avvenimenti inspiegabili che hanno luogo nella zona dove un tempo si ergeva il complesso penitenziario, uno dei carceri più duri mai istituiti.
Il vecchio penitenziario, dove i prigionieri trascorsero le loro vite scontando pene disumane, isolati dalla luce e dai suoni esterni, è oggetto di studio degli investigatori del paranormale. Perfino il team di Ghost Hunters, nella seconda stagione del programma, si è soffermato ad indagare sui misteri del penitenziario di Port Arthur.
Appare incredibile agli investigatori, come persone che vengano da parti del mondo tanto diverse, con culture così distanti fra loro, in questo luogo provino tutte le medesime, spiacevoli sensazioni, odano gli stessi rumori inspiegabili, intravedano le stesse figure, senza mai aver scambiato due parole prima per confrontarsi.
Stando ai resoconti dei viaggiatori che ogni anno visitano il Port Arthur Historic site, ci sarebbe una cella dove le sensazioni di angoscia e il malessere si farebbero più forti senza apparente motivo. È una vecchia cella in rovina uguale alle altre, ma li gli effetti sulla psiche sono diversi. Nessuno prima di visitarla è a conoscenza della tragedia che si è consumata, poiché è solo da qualche anno che le autorità del luogo avrebbero fatto un po’ di luce sulla sua storia. In quel luogo, stando agli archivi, avrebbe scontato la sua pena un giovane malvivente di nome William Carter. Ed è li dentro che costui venne ritrovato impiccato con le corde della sua amaca. Potrebbe essere lui la fonte dei lamenti che durante alcuni notti vengono uditi?
La canonica maledetta
Anche la canonica è stata teatro di avvenimenti inquietanti.
A metà del diciannovesimo secolo, il reverendo George Eastman morì improvvisamente nella sua camera da letto all’ultimo piano della struttura. Il corpo dell’uomo venne messo dentro una bara per essere sepolto nel più vicino cimitero, ma una volta che questa venne chiuse con il reverendo al suo interno, i becchini si resero conto di non riuscire a trasportarla fino a giù. Decisero così di calare la bara dalla finestra tramite delle corde. Tuttavia una di queste si ruppe e la bara, sottosopra, si aprì, lasciando cadere il cadavere del reverendo che finì sulla grondaia della canonica.
A distanza di anni, gli ospiti che si sono trovati a trascorrere la notte in canonica hanno affermato di essere stati disturbati nel sonno da strani bagliori, scricchiolii continui e un rancido odore di carne in putrefazione.
Gli avvistamenti dei fantasmi della canonica
La madre dello scrittore George Gruncell, in visita a Port Arthur con la sua famiglia vide nella sua camera da letto una donna vestita di bianco che la fissava triste e con lo sguardo immobile. La strana figura rimase in questa posizione per qualche minuto, prima di dissolversi.
Una serva mentre provvedeva alle pulizie dell’edificio, scorse in penombra dietro il vetro della finestra il volto di un uomo pallido ed emaciato. La paura fu tanta che svenne. Al suo risveglio dichiarò di non voler più lavorare in canonica.
La chiesa di Port Arthur non è mai stata consacrata. Nel 1854 un detenuto è caduto dal tetto di essa ed è morto. Ancora oggi la sua anima vagherebbe fra quelle mura.
Altri spiriti che sono stati avvistati sarebbero quelli del comandante Charles O’hara Boot e di un giovane soldato, Robert Young, annegato vicino al Jetty cottage. Entrambe le figure, a più di un secolo dalla loro morte, sono state viste aggirarsi furtive e sofferenti fra le rovine dell’ antico centro.
Storia del penitenziario di Port Arthur
Nel 1833 la città è stata scelta come luogo di condanna per i più pericolosi e irriducibili criminali britannici. Il penitenziario “modello” che fu realizzato sulla penisola era infatti a prova di fuga. Circondato quasi interamente da acque profonde infestate da pescecani e presidiato da guardie, trappole e cani feroci nell’unico passaggio sulla terra ferma, Port Arthur è il carcere duro che più si avvicina a quello di Alcatraz, eretto successivamente nel 900. Il carcere di Port Arthur venne definitivamente smantellato nel 1870, ma ancora oggi sul sito si trovano le rovine.
Punizioni e lavori forzati
I detenuti subivano punizioni psicologiche disumane. Le pene erano spietate e andavano ben oltre i dolori corporali. I carcerati più indisciplinati venivano fatti morire di fame o di sete, frustati e umiliati brutalmente. Sembra che uno dei metodi punitivi consistesse nel coprire la testa del detenuto con un sacco nero e abbandonarlo in un’ala del carcere dove regnava il silenzio totale. Senza più vedere una luce o sentire alcun suono la salute mentale di qualsiasi uomo poteva crollare.
I prigionieri erano costretti ai lavori forzati. Fu la loro manodopera coatta a realizzare gran parte degli edifici di quello che ora è il Port Arthur Historic site, il sito storico che attira visitatori da tutto il mondo. Oggi è possibile visitare i luoghi spettrali frutto di quel lavoro, ll vecchio riformatorio per ragazzi, la chiesa, le rovine del carcere e l’isola della morte, una piccola isoletta dove venivano raccolti i corpi di tutti i carcerati e le guardie decedute nel campo.
La spirale di atrocità che avviluppò Port Arthur ormai 160 anni fa sembra essersi conclusa, ma una traccia indelebile è rimasta nella città. Le compagnie locali organizzano continui ghost tour per i turisti.
Il port Arthur historic site è aperto al pubblico e per chi volesse sono disponibili tour che partono ogni notte, ad eccezione della notte di Natale. In media il prezzo del biglietto è di 20 euro per ogni adulto. L’esperienza è assolutamente consigliata a tutti gli amanti del brivido.
Il massacro di Port Arthur
Ma Port Arthur è balzata agli onori della cronaca in tempi più recenti. Questa cittadina, che sembra non riuscire a sbarazzarsi di un’aurea sinistra e violenta, è stata centro di uno dei massacri più efferati della storia, ad opera di un singolo individuo. Il massacro di Port Arthur avviene per mano del giovane Martin Bryant il 28 Aprile del 1996. Senza apparente motivo Bryant quel giorno uccise con il suo fucile 35 passanti e ne ferì altri 21, in varie zone della città, prima di essere finalmente catturato dalla polizia. Se siete in visita a Port Arthur vi sconsigliamo di chiedere informazioni sull’episodio. L’argomento infatti non è gradito e scuote ancora le coscienze degli abitanti che in quel massacro hanno perso familiari o amici.
Come arrivare
Port Arthur si trova a un’ora e mezza di auto da Hobart, il capoluogo della Tanzania. Hobart è una città piccola e ben organizzata. Nel suo aeroporto sono presenti i servizi noleggio auto di Europcar. Il viaggio in Oceania tuttavia può essere costoso e faticoso. Si tratta di più di 20 ore di traversata dall’Italia, con almeno uno scalo. Vi suggeriamo di arrivare prima a Melbourne e da li volare verso Hobart. Per arrivare a Melbourne, Australia, consigliamo due compagnie che effettuano un solo scalo: La Emirates, partenza da Milano o Roma e fa scalo a Dubai.
La Cathay pacific, partenza Milano o Roma, scalo ad Hong Kong.