Il fantasma di cava Scalera a Fontanarosa

“Strane coincidenze avvennero in quel luogo, sepolto nel bosco presso un’antica carcara un fantasma s’aggira inquieto…”

Addentrandoci nel cuore dell’Irpinia, in direzione Avellino, scopriamo poco distante un vecchio borgo medievale: Fontanarosa. Nei pressi, nel sito della cava di un marmista, si aggirerebbe il fantasma di Scalera.
La “Carcara” di Scalera, o cava di pietra, qui domina i racconti di paura; in questo paese famoso appunto per i marmisti.
Della suddetta cava infestata oggi rimane ben poco, anche se sono ancora visibili i lavori del defunto proprietario.

Cava Scalera: la storia di Michele Di Prisco

Michele Di Prisco “Scalera” nacque il 17 marzo 1871 dalla madre Carmela Petrone e dal padre Giovanni Di Prisco e morì il 15 dicembre 1957. Uomo molto ingegnoso e con uno spiccato senso degli affari e per questo molto invidiato. Si sposò due volte ma non ebbe mai figli.
Cava Scalera: la storia della cava e la struttura
Si suppone che la carcara sia stata costruita nel 1902, il proprietario Michele Di Prisco, famoso marmista, noto come Scalera disponeva di ben due forni con cui venivano cotte le pietre e si lavorava la calce.
All’interno della cava vi si trovava anche una fornace destinata alla produzione della calce. La “carcara” fu costruita nel 1902.
Di Prisco aveva una squadra di operai che su un sistema di rotaie caricavano le pietre destinate alle fornaci.
Nei pressi della cava si trova la casa del proprietario, dove venivano anche alloggiati i lavoratori. Vicino si trova anche una cappella per la preghiera, attorno a cui sono esposti alcuni suoi lavori.
All’ingresso della cava si trova la statua che lo stesso Di Prisco commissionò nel 1936 allo scultore Raimondo Pasquariello, la curiosità sta nelle incisioni sul basamento e sulle lapidi che la circondano, frasi come “Tu passeggero che passi e leggi, metti in pratica il mio scritto se vuoi morire contento e ricco” e proprio da qui inizia il nostro viaggio nella leggenda.

La leggende del fantasma di cava Scalera

Si narra, a Fontanarosa, che per aver così tanto successo Michele Di Prisco avesse fatto un patto con il diavolo dannandosi per l’eternità: non avendo più materia prima di cui disporre vendette l’anima al diavolo che il giorno dopo gli fece trovare tutte le pietre di cui necessitava per portare avanti il suo lavoro e arricchirsi.
Di giorno la cava è solo un luogo abbandonato ma al calar del sole accadono cose strane.
Pare che avventurandosi fino alla statua, se le si lancia una pietra questa tornerà indietro mentre nei pressi della cappella si odono grida, rumori di catene come se la cava tornasse a funzionare e spari di fucile.
Pare che in loco sia stato ucciso e sepolto un uomo, sotto un albero massiccio (qualcuno riferisce una quercia, in realtà non vi è alcuna conferma) e che vi siano sepolte anche molte persone morte durante la seconda guerra mondiale e c’è chi afferma di aver visto presso uno dei forni un uomo avvolto in un mantello con una frusta in mano.
Cosa ci sarà di vero nella cava Scalera?

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