Lomello e la villa stregata degli amanti maledetti: storia, mito folklore e leggende

Attraverso le risaie, in provincia di Pavia, giungiamo a Lomello, qui si trova una casa infestata.
A quanto narrano le leggende, questa villa degli anni ’30, sarebbe stata teatro di un cruento delitto e da allora i fantasmi risiedono in questa abitazione.

L’omicidio nella villa di Lomello

1912: una coppia di sposi vive in una vasta e bella tenuta. Un giorno lui rientra a casa e trova la moglie a letto con lo stalliere, imbraccia il fucile ed esplode due colpi uccidendo la moglie e l’amante, con il terzo colpo si suicida.
Da allora la casa non è solo infestata, è maledetta.

La maledizione di villa Lomello

Pare proprio che non riesca a trovare degli inquilini fissi questa abitazione, i più scappano ma qualcuno ci ha rimesso la vita.
A quanto pare negli anni ’50, una famiglia lamentava di strani fatti che accadevano ed uno dei figli sarebbe morto suicida proprio perché spinto da misteriose forze malvagie.
C’è chi afferma di aver sentito urla e chi di aver visto delle luci accendersi.

La verità sulla villa degli amanti maledetti di Lomello: realtà o finzione?

Come in tutte le leggende, c’è un fondo di verità? Stavolta no. La costruzione della casa risale al 1931 e lo attesta una cartolina, ritrovata dallo scrittore Gian Franco Magenta, che mostra l’abitazione in costruzione. Dunque nel 1912 non avvenne nessun omicidio in questa villa perché la suddetta non esisteva. Il proprietario Pietro Cerri, fece per l’appunto costruire villa Cerri all’inizio degli anni ’30, spedì la cartolina al padre Gian Franco Magenta con gli auguri di Buona Pasqua.
Che cos’è successo poi alla villa? La famiglia Cerri decise di venderla quando il figlio Alberto morì in un incidente. Fu acquistata da Francesco Sempio che ne è ancora il proprietario.
Ed ora il punto saliente: come si è costruita una storia noir attorno ad una casa che all’epoca presunta dei fatti non esisteva? Diciamo che dicerie e pettegolezzi si sono fusi creando qualcosa di nuovo: a Lomello si vocifera che nell’800 una storia fra sottoposti di villa Cerri sia sfociata in un delitto e che una famiglia sia stata trucidata nel Vecchio Mulino. Il ragazzo morto suicida altri non è che Alberto che non si suicidò ma per l’appunto morì in un incidente d’auto a causa della sua passione per la velocità.
Niente villa maledetta dunque, tanto rumore per nulla.

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