Danimarca, un amuleto per invocare elfi, Trinità e Santi

Uno scavo archeologico condotto a Svendborg, una città sull’isola di Fionia nel sud-est della Danimarca, ha portato alla luce un amuleto risalente al XIII secolo, in cui si invocano sia gli elfi che la Santissima Trinità, come protezione contro il male. L’amuleto non è altro che un piccolo pezzo quadrato di metallo (con un’alta concentrazione di argento)di appena due centimetri di lato, ripiegato su se stesso per cinque volte. Una volta spiegato, gli archeologi hanno scoperto trattarsi di una lamina di metallo di 13 centimetri contenente una lunga iscrizione.

Lisbeth Imer, studioso del Museo Nazionale della Danimarca ed esperto di iscrizioni, ha esaminato la superficie interna del amuleto con un microscopio e ha trovato cinque righe scritte in minuscoli caratteri latini: le lettere sono tra due e quattro millimetri altezza e sono spesso si alternate a delle croci.

L’iscrizione è stata ripulita e tradotta, il testo recita:

Io vi scongiuro Gordan, Gordin e Ingordan, uomini elfi e le mogli degli elfi e tutti i demoni per il Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e da tutti i santi di Dio, che non danneggi Margareta, ancella di Dio né gli occhi o gli arti. Amen. Tu sei grande nell’eternità, Signore.

L’amuleto si inserisce in quella classe di manufatti comunemente definiti apotropaici, ovvero che hanno il potere di allontanare il male. Iscrizioni con invocazioni simili possono essere anche molto più antiche, si tratta di una tradizione verificabile anche in Grecia, dove però spesso a quelli protettivi se ne accompagnavano altri contenenti malefici. In questo caso la persona per cui si chiede la protezione è l’ancella Margareta, probabilmente una giovane donna.

Divinità pagane, Cristianesimo e personaggi del folklore negli amuleti

La triade di Gordan, Gordin e Ingordan compaiono su molti amuleti trovati tra la Danimarca, la Svezia e la Norvegia.
Il loro significato è stata a lungo dibattuto dagli storici, ma diversi manoscritti medievali fare riferimento a loro come figure folcloristiche. Il Codex Upsaliensis (Codice di Uppsala, in Finlandia), scritto nel XIV secolo, include la frase “Io vi invoco, elfi, Gordin e Ingordin.” I Carmina Burana, il manoscritto di 254 poesie e canzoni scritte intorno alla metà del XIII secolo, contengono un testo in cui Gordan, Ingordin e Ingordan appaiono come entità maligne.
La pratica di invocare elfi, demoni e altri tipi di creature è molto antica anche nel nord Europa, dove si può far risalire fino all’età del ferro. Negli amuleti runici della precedente fase vichinga, queste creature compaiono spesso accanto al nome di Odino e di Thor . Chi lo indossava chiedeva agli dèi la protezione da malattie o disgrazie, che erano spesso incarnate dai personaggi del folklore. E quando il Cristianesimo si è diffuso anche in area scandinava, i vecchi dei sono stati sostituiti con quelli nuovi, ma la struttura dell’invocazione è rimasta la stessa. Anzi, ampliare la richiesta a più divinità aumentava il valore della preghiera, così come anche citare il nome del male stesso, che poteva così essere facilmente essere scacciato.

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