Alle falde del monte Saraceno, vicino Palermo, si erge una poderosa fortezza in stile arabo-normanno. Si tratta del castello di Mussomeli, luogo di memoria siciliana ed unico testimone rimasto della tragica uccisione della baronessa di Carini, che qui ebbe luogo nel sedicesimo secolo e tramandata fino a noi da una celebre ballata popolare:
Chianci Palermu, chianci Siracusa,
a Carini c’è lu luttu d’ogni casa.
(Piangi Palermo, piangi Siracusa, a Carini ogni casa è in lutto)
Nel 1563 infatti, la primogenita del barone di Trabia viene qui barbaramente uccisa per mano del padre.
Laura Lanza, baronessa di Carini
Laura Lanza, baronessa di Carini, era la figlia di Cesare Lanza ricco possidente proprietario del feudo Carini con il Castello di Mussomeli in cui s’insediò nel 1500. Viene data in sposa appena sedicenne al barone di Carini, don Vincenzo La Grua, e prende possesso del castello. Ma il marito vive a Palermo, e Laura è pur sempre una giovane donna: accade che conosce un affascinante cavaliere del vicino feudo di Montelepre, tale Ludovico Vernagallo, e tra i due scoppia la passione. La storia dura diversi anni, ma è destinata a finire nel sangue. È la Sicilia del 1563 e un tale disonore non può restare impunito. Il padre, probabilmente con il benestare del genero, la notte del 4 dicembre uccide la figlia e il suo amante a colpi di archibugio.
Sono tempi in cui il delitto d’onore può legittimamente restare impunito, ma a tre condizioni:
- I fedifraghi devono essere colti in flagranza di reato
- L’omicidio deve avvenire in casa del padre o del marito
- Entrambi gli amanti devono essere uccisi.
Nel caso della povera baronessa di Carini sussistono tutte le condizioni, tanto che Cesare Lanza non esiterà a confessare il delitto compiuto in una lettera scritta al re di Spagna. Il delitto si consuma nell’ala occidentale del castello, ormai in gran parte distrutta, ma pare che su una parete della stanza dove avvenne, fosse rimasta l’impronta della mano insanguinata della duchessa, e che riappaia ogni anno nella notte del 4 dicembre, a memoria della tragedia.
Le apparizioni di Donna Laura baronessa di Carini
Sembra che Laura non trovi pace. Gli abitanti di Carini raccontano di avere visto il suo fantasma, in sfarzoso abbigliamento rinascimentale, vagare per il castello e talvolta recarsi presso la cappella e inginocchiarsi a pregare. Una squadra di ghost hunters ha svolto indagini nel castello: i macchinari hanno avuto delle difficoltà e si sono registrati bruschi ed improvvisi cali di temperatura in corrispondenza dei picchi dei campi elettromagnetici che segnalano la presenza del fantasma. Si sono anche manifestate improvvise folate di vento, una voce che chiede pietà e piange.
Data la gravità della colpa, la baronessa di Carini venne persino cancellata dall’ albero genealogico, e ad oggi non si sa dove sia la sua tomba. Tuttavia, nella chiesa di San Mamiliano, presso il centro storico di Palermo, si trova la cripta dei nobili Lanza, che custodisce quattro tombe appartenenti alla famiglia di Laura: il nonno, il padre, la seconda moglie del padre. Il quarto sarcofago è anonimo, ma presenta la scultura di una giovane donna, che sia proprio lei?