Il gigante di Atacama

I messaggi di Atacama

Sperduto tra i rilievi sassosi del deserto di Atacama nel Cile, si trova un gruppo di geoglifi davvero impressionante, meno famoso delle linee di Nazca, ma molto più curioso e pieno di enigmi. Il deserto si trova su un altopiano in Sud America, ad ovest delle Ande, che comprende anche parti del Perù, della Bolivia e dell’Argentina. E ‘il paesaggio aspro e brullo di tutto il sud America, intervallato da laghi di sale e di lava felsica che scorre verso le Ande.
Questi geoglifi, che sorgono su un altopiano isolato per chilometri e chilometri di deserto, sono molto più numerosi di tutti gli altri presenti nell’America del sud e coprono un’area assai vasta.

Creazione dei geoglifi

I geoglifi del deserto di Atacama sono stati realizzati tra il 600 e il 1500 d.C., un arco di tempo piuttosto ampio e incerto, che sottolinea la difficoltà da parte degli archeologi di datare con precisione il curioso prodotto di una cultura che ancora ci sfugge nelle sue grandi linee. La realizzazione stessa dei geoglifi resta incerta, dal momento che erano due le popolazioni che abitavano la regione circostante al deserto: i Tiwanaku e gli Inca.
I geoglifi presenti sono oltre 5000: si tratta di figure geometriche, zoomorfe e antropomorfe. La tecnica di realizzazione si basa su tre tipi di tecnologie riconosciute e attribuite a queste civiltà sulla base delle osservazioni e degli studi effettuati sul campo: estrattiva, additiva, e mista.
La tecnica ‘estrattiva’ comporta la rimozione dello strato superiore del terreno sulla collina per creare immagini sulla superficie. Questa è la più comune delle due tecniche.
La tecnica ‘additiva’, invece, comporta la raccolta di materiale, come pietre o ghiaia, che si accumulano sulla superficie del terreno per formare un contorno rialzato, che disegna in pratica la figura.
La tecnica ‘mista’ comporta invece una mistione appunte delle due tecniche precedentemente descritte.
Le condizioni stabili del deserto di Atacama, caratterizzate dalla quasi assenza di piogge o di forti venti ha permesso che manufatti così deperibili riuscissero a sopravvivere al trascorrere del tempo.

il gigante di Atacama

Uno dei geoglifi più intriganti e controversi del deserto di Atacama è, senza ombra di dubbio, il cosiddetto Gigante di Atacama: la sua particolare struttura e le sue dimensioni continuano a suscitare un vivo dibattito tra gli studiosi, sia per quanto riguarda il suo vero significato, sia per la sua interpretazione.
Disegnato sulla collina nota con il nome di Cerro Unitas a 119 metri sul livello del mare, il Gigante di Atacama è attualmente il geoglifo più grande al mondo.

La sua particolarità è data dalla presenza sulla testa di 12 linee, che si diramano dai tre lati del capo; queste linee tutte identiche per lunghezza e spessore non hanno attualmente una spiegazione precisa, anche se potrebbero lontanamente ricordare le piume che adornavano i copricapi dei sacerdoti e dei capi tribù. Secondo una interpretazione assai ambiziosa, si trattava di una sorta di calendario astronomico che indicava il movimento della luna.
Con questa conoscenza potevano essere calcolati il giorno, il ciclo delle colture, le stagioni.
Un’altra interpretazione sostiene invece che il Gigante di Atacama rappresentasse una divinità venerata dalla popolazione locale, ma potrebbe anche essere la raffigurazione stessa di un individuo di alto rango.
Altre teorie ancora suggeriscono la presenza di extraterrestri nel deserto, o che si tratti di un tipo di messaggio, insieme agli altri 4999 glifi, rivolto agli dei, come si ritiene attualmente per le linee di Nazca.
Per capire la funzione del Gigante di Atacama, è importante prendere in considerazione il suo ruolo nel paesaggio circostante e il suo rapporto con gli altri geoglifi presenti del deserto. E ‘plausibile che i geoglifi del deserto di Atacama facessero parte di un rituale sacro dalla funzione simbolica per coloro che li hanno creati, altrimenti non si spiegherebbe l’enorme impegno sostenuto dalla comunità.
Una teoria, tuttavia, vuole che i geoglifi del deserto di Atacama avessero uno scopo pratico oltre che rituale, è stato suggerito infatti che avessero svolto un ruolo cruciale nella rete di trasporto che collega le grandi civiltà del Sud America fornendo informazioni vitali per la sopravvivenza delle carovane che attraversavano questa zona, che ricordiamo era, ed è tutt’ora, disabitata per un raggio di chilometri assai vasto.

Così, i geoglifi potrebbero aver contenuto informazioni di uso vitale, come la presenza di sorgenti d’acqua, di cibo di sale. In effetti, molti dei geoglifi rappresentano carovane di lama, e i passaggi delle stesse carovane sono state segnalate dai cronisti spagnoli che per primi hanno percorso la regione.
Anche se la funzione dei geoglifi del deserto di Atacama rimane ancora un mistero, è innegabile che essi avevano, e hanno tutt’oggi, un enorme impatto sul paesaggio desertico e sulle persone che vivono ancora nella regione. Si spera che i geoglifi saranno ancora conservati e visibili alle generazioni future, e che un giorno si arrivi a trovare la chiave per svelare il loro mistero

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