Oscure maledizioni ed energie negative sembrano essere in grado di permeare ed infiltrarsi in qualsiasi tipo di oggetto. Abbiamo parlato spesso di bambole e giocattoli maledetti, di libri, di strumenti legati all’esoterismo ma anche di semplici suppellettili di utilizzo quotidiano. Ci sono poi oggetti rivestiti di valori affettivi e simbolici, che attraggono quindi particolari energie, sia positive che negative.
Tra questi sicuramente rientrano i gioielli: monili che portiamo addosso e che diventano quasi parte di noi, preziosi legati ad una promessa o ad un evento importante della propria vita. Solitamente questi oggetti non vanno mai persi, ma percorrono i tempi passando da un proprietario all’altro, attraversando gli anni finché nessuno ricorda più la loro storia. E proprio un anello maledetto di cui non si conosce il passato è protagonista degli eventi che stiamo per raccontare.
L’anello maledetto e le disgrazie di Valentino
In un giorno qualsiasi dei primi anni Venti, un anello dal design piuttosto semplice cattura l’attenzione di qualcuno. Si tratta niente di meno che di Rodolfo Valentino, il primo sex symbol consacrato dal cinema. L’attore di origine italiana, cui la straordinaria bellezza e il talento hanno favorito un’ascesa sensazionale, è in quel momento all’apice della sua carriera. Si trova di passaggio a San Francisco, e all’interno di un negozietto nota questo monile, che incastona un grosso occhio di tigre. Non rispecchia il gusto dell’eccesso e dello sfarzo tipico dei divi hollywoodiani del tempo, ma per qualche motivo Valentino decide di volerlo. Si dice che il proprietario del negozio abbia messo in guardia il divo dai poteri dell’anello maledetto, argomentando che precedenti possessori erano stati colpiti da lutti e disgrazie. Ma fu inutile: Rodolfo Valentino acquistò il monile, e lo indossò molto spesso.
Lo indossa durante le riprese del film cui sta lavorando in quel momento, Il giovane Rajah. Nonostante la sfilza di successi collezionati fino a quel momento, stavolta il film fu un colossale flop. L’ambiente del cinema è comunque molto superstizioso, e forse per questo motivo Valentino sospetta un collegamento e mette da parte il gioiello. Lo indosserà di nuovo dopo l’uscita de Il figlio dello sceicco. Poche settimane dopo la première, ha un collasso e viene ricoverato d’urgenza in ospedale. Gli viene scoperta un’ulcera gastrica e un’appendicite, ma nonostante si tenti di intervenire chirurgicamente, l’attore muore di peritonite a soli 31 anni.
La camera ardente di Rodolfo Valentino
I proprietari successivi: Pola Negri e Russ Colombo
Fin qui potrebbe essere solo il racconto di una tragica coincidenza. Ma gli eventi che travolgono i successivi proprietari dell’anello maledetto qualche domanda invitano a porsela.
Dopo la morte di Valentino, gli esecutori diedero alla sua amante, Pola Negri, la possibilità di scegliere un ricordo tra gli oggetti del defunto. La scelta ricadde sull’anello da lui tanto amato. Pola Negri era una promettente stella cinematografica, ma la sua carriera inizia una spirale discendente nel momento in cui diventa proprietaria del gioiello. A partire da quel periodo non lavorerà più ad alcuna produzione di rilievo, finendo per sempre nel dimenticatoio.
Nei primi anni Trenta conosce Russ Colombo, cantante-attore di cui si innamora. Intraprende una storia che durerà poco, ma dona a lui l’anello-ricordo di Valentino. Gesto che suscitò grande scalpore al tempo, ma oggi, alla luce dei fatti, viene da chiedersi se le intenzioni non fossero subdole… Non molto tempo dopo infatti anche Colombo muore tragicamente, ucciso da un colpo di pistola sparato accidentalmente da un suo amico.
I fratelli Casino
I beni di Colombo vennero ereditati da un suo cugino. Essendo a conoscenza del valore affettivo di quell’anello,il cugino decise di farne dono al migliore amico di Ross, Joe Casino. Joe, con lodevole lungimiranza, chiude a chiave l’anello in una teca di vetro, senza mai indossarlo. Ma trascorsi diversi anni si è ormai fatto persuaso dell’infondatezza delle dicerie riguardo il misterioso monile. Apre quindi la teca e preleva l’anello per indossarlo. Appena una settimana dopo, la sua auto viene travolta da un camion, e Joe muore sul colpo.
Il naturale erede dell’anello maledetto è il fratello, Del, che lo porta al dito senza alcun problema. L’interruzione della catena di disgrazie lascia pensare che forse si tratti davvero di sventurate coincidenze. Finché un ladro, James Willis, non si introduce in casa di Del, trafugando tra le altre cose anche il gioiello. Fu ucciso dalla polizia durante la fuga, da quello che doveva essere solo “un colpo di avvertimento”.
L’ultimo proprietario
Del consegna quindi l’anello al regista Edward Small, che sta realizzando un film biografico su Valentino. A vestire i panni (e portare l’anello) dell’indimenticabile star è il giovane Jack Dunn. Sarà la quarta carriera precocemente stroncata da eventi tragici. Appena ventunenne l’attore muore di tularemia, una malattia infettiva contratta tramite un coniglio. A quel punto Del Casino recuperò l’anello e lo tenne chiuso in cassaforte per il resto dei suoi giorni. Dopo la sua morte il gioiello finì nel caveau di una banca. Nel corso di una rapina l’anello venne nuovamente trafugato ed anche stavolta i ladri furono uccisi dalla polizia.
Il fantasma di Valentino
Ad oggi non si sa esattamente dove si trovi l’anello maledetto, conosciuto anche come “Destiny ring”. Ma l’intera vicenda è diventata leggendaria. Moltissime sono le voci riguardo al gioiello: c’è che dice che l’anello custodito in banca sia un falso mentre quello autentico è ancora in circolazione a perpetrare la sua maledizione. C’è chi sostiene che la forza della sua maledizione sia tale da agire anche attraverso le foto o le pellicole in cui si vede. E lo stesso Valentino è diventato una specie di mistero paranormale. Si racconta di avvistamenti del suo fantasma che si aggira nei pressi della sua tomba, delle sue case o vicino gli Studios. (Sta forse cercando il suo anello?) E persino il suo cane, l’amato Kabar sembra che appaia nel cimitero di Los Angeles, dove è stato sepolto.
Che i sinistri poteri dell’anello siano reali o meno, la storia cui è legato è sicuramente interessante. Se anche si tratta solo di una tragica catena di eventi infausti, può stimolare una riflessione sull’imprevedibilità della vita. E forse sul suo macabro senso dell’umorismo.